Comunicato 18 novembre 2010


Il tentativo di privatizzare un bene fondamentale e primario come l’acqua svela chiaramente il vero volto di questo sistema economico-sociale che ha un’unica ricetta economica: privatizzare e mercificare tutto, trasformando la democrazia dei diritti in regno dei privilegi.

La continua aggressione al nostro territorio, le tonnellate di veleni che riposano sotto la valle del fiume Oliva, l’inquinamento elettromagnetico prodotto da elettrodotti che percorrono l’intera regione accarezzando i tetti di alcuni centri abitati, il fiorire di discariche che seminano il loro carico cancerogeno di percolato e i rifiuti industriali sapientemente occultati nelle scuole di Crotone, ci raccontano di una Calabria avvelenata e impoverita che ha provato sulla propria pelle le controindicazioni, mai rivelate, di questo modello di sviluppo.

La richiesta disperata di lavoro, l’emigrazione che si presenta nuovamente come fenomeno tristemente comune nei nostri paesi offre la sponda a qualche mercante di illusioni, imbonitore da strapazzo che spaccia per soluzione salvifica la svendita del nostro territorio, proponendo la costruzione di centrali a Biomassa o a Carbone in un territorio che già esporta l’80% dell’energia prodotta e che, selvaggiamente spogliato del suo patrimonio boschivo, è in pieno dissesto idrogeologico.

Ogni anno le prime piogge mostrano la triviale modernità di una regione la cui rete viaria, le cui arterie di collegamento e il suo traballante equilibrio idrogeologico disegnano un’emergenza costante che accompagna i calabresi per tutto l’arco della stagione invernale.

Per questo vogliamo diventare snodo della Rete per la Difesa del Territorio “Franco Nisticò”, una rete di movimenti e comitati nati per difendere il territorio calabrese dall’aggressione selvaggia subita in questi anni.

E’ il tempo di dire basta! I beni comuni come l’acqua, il sapere, la salute, i fiumi, i boschi e il lavoro vanno difesi e rilanciati!

Siamo stufi di presunti industriali illuminati che vengono al sud, non pagano una lira, e se ne vanno quando hanno finito di spolpare il nostro territorio esportando la loro “responsabilità sociale d’impresa” dove possono sfruttare di più e meglio i lavoratori!

Siamo stufi di chi propone grandi opere multimiliardarie (ponte sullo stretto, Europaradiso) inutili e invasive senza curarsi della salute di un territorio devastato, senza preoccuparsi di reti idriche colabrodo, di sistemi di smaltimento di acque e di rifiuti arcaici ed ecologicamente devastanti!

Pensiamo che il Savuto debba essere un laboratorio politico importante dove sperimentare la costruzione di un sistema economico-sociale basato sulla cura del territorio e non sul suo stupro costante!

Rilanciare la differenziata porta a porta in tutti i comuni del territorio, proporre una riqualificazione industriale dei siti inattivi nell’Asi di Piano Lago, riconvertendoli in siti di stoccaggio e lavorazione finalizzati al riciclato e riuso, promuovere le eccellenze agricole che caratterizzano la storia e la geografia del nostro territorio (pensiamo al castagno e ai vitigni per esempio), ripopolare i nostri centri storici ospitando i nostri fratelli d’oltremare seguendo l’esempio di Riace e Cauolonia!

La cura dei beni comuni può essere la chiave per il rilancio economico e sociale del nostro comprensorio che passa, però, necessariamente da una rivitalizzazione della partecipazione politica. I cittadini devono ridiventare padroni del loro destino, costruttori del loro futuro, partecipando in prima persona e comprendendo che se la crisi economica è dura e ci terrorizza, l’azione collettiva può indicarci la via di una soluzione solidale e condivisa.

Per questo ci siamo proposti di non fermarci solo all’azione di contro-informazione, finalizzata alla crescita della dialettica democratica nel Savuto, ma anche di aiutare concretamente chi ha bisogno, costruendo doposcuola popolari, Gruppi di acquisto popolare e altre attività che possano aiutare materialmente la popolazione del Savuto, contribuendo a costruire una soluzione alla crisi economico-sociale che non sia la solitudine competitiva e precarizzante ma una socialità solidale e operante!

Abbiamo tante idee e poche braccia, ma le idee non sono mai abbastanza e le braccia sono sempre necessarie quindi, per tutti coloro i quali vogliano saperne di più e darci una mano, consultate il nostro blog o contattateci via mail.

(Comunicato del “Comitato Beni Comuni Savuto” in occasione dell’iniziativa del 18 novembre a Rogliano)


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  1. #1 di watch vikings vs lions il 21/08/2011 - 16:46

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